campo estivo '98
ALBARE'
27-30 agosto


il racconto
Ciò che in realtà accadde...

Alle porte del faticosissimo, sin da allora, anno scolastico 1998/99, gli animatori di Cornedo City furono inviati, dal crudele capo Paolo Sassaro, a portare a termine una missione assai ardua e difficile: convivere, si fa per dire, ben quattro giorni senza litigi, insulti, parolacce, legnate, plasticate, ferrate..., creando un'atmosfera di pace, amore, fratellanza e altruismo. Destinazione: Albarè, Verona.
Durante il primo, interminabile giorno, tutto sembrava proseguire secondo i piani: Anita & Andrea, gli investigatori privati preferiti del Boss, iniziavano il loro corso di addestramento specializzato, obbedendo fedelmente alle disposizioni emanate da Sua Maestà, Dottore, Avvocato, Professor Sassaro. Compito degli animatori in missione era quello di gridare, secondo un ordine logico e cronologico specifico, un numero associato cognitivamente ad una particolare lettera dell'alfabeto: la simulazione militare ed investigativa venne battezzata Battaglia Navale.

la camerata 3456200 prima del reclutamento
La mia squadra perdette perché fra le nostre truppe era stato introdotto uno strano individuo codificato come matricola 2398674/bis, scherzosamente soprannominato da pochi intimi El Bice. La crudeltà del nostro re non aveva limiti: la camerata 3456200 fu sgridata e punita crudelmente a causa di un comportamento scorrettissimo che, ancora ora, se devo essere sincera, non so in cosa consiste.
Da buon soldato, cercavo di mantenere le righe e di atteggiarmi in modo corretto, anche quando mi furono affidate dai miei superiori le mansioni più faticose e rivoltanti, come quella di provvedere ad una condizione igienico-sanitaria ottimale delle latrine, oppure occuparmi del sostentamento primario delle truppe, che richiedevano un notevole apporto di proteine, carboidrati, zuccheri, amidi, glucidi, lipidi e, perché no?!, acidi nucleici (?!!!).
Ero consapevole che la situazione poteva precipitare gravemente da un momento all'altro; infatti, giunta la sera, i nemici attaccarono. Il generale Sassaro indossò una strana divisa mimetica di colore blu a stelle, per non essere visto fra l'oscurità della notte, abbinata ad uno strano elmetto a punta; Andrea vestiva una tuta, molto aderente, verde, forse per non essere identificato fra i cespugli e le siepi. La vallata era invasa in ogni suo minimo spazio da mostri orribili ed invincibili, che non sembravano, però, appartenere allo stesso esercito, viste le loro divise di diverso colore e taglio. Improvvisamente, per giustificare ciò che mi appariva, pensai: "Saranno in missione speciale..." La battaglia fu crudelissima: fiumi di sangue (finto) scorrevano ai nostri piedi, ormai doloranti e gonfi, e si udivano grida di terrore e di morte ovunque.
Mi guardai alle spalle: i miei fedeli compagni c'erano tutti; io ero ferita ma persistevo nel guidare il mio gruppo, composto anche da giovani ed inesperti soldati, che non conoscevano ancora la crudeltà della guerra. Vincemmo, proprio grazie al commando speciale guidato da El Bice, che, per questo gesto di estremo eroismo, fu identificato come il nostro più leale e fedele compagno.
I mostri erano, dunque, sconfitti definitivamente e il liberatore fu portato in trionfo... Le premiazioni ebbero luogo il giorno seguente: la squadra di Michele Bicego ebbe caramelle e dolci per l'intero giorno.
Beh, attendo la rivincita...Saremo invincibili...Lo giuro!!!




Albarè '98