Pronto soccorso

L'estate si avvicina sempre di più, e con l'estate le vacanze. Ma cosa fanno i bravi ragazzi durante l'estate? Vanno tutti al GREST a divertirsi, naturalmente.

Come nella vita di tutti i giorni, anche al Grest può capitare qualche inconveniente, come ad esempio di prendere una botta finché si sta ballando e cantando a squarciagola un bans o giocando tra l'erbetta verde del Parco. Cosa fare in questi casi? Di solito la paura prende il sopravvento nelle persone perché non si sa cosa fare. Ma noi la paura ora la sappiamo combattere, perché lunedì 24 Maggio '99 l'incontro settimanale è stato affrontato assieme ad un infermiere che lavora al Pronto Soccorso dell'ospedale di Valdagno, che ci ha insegnato cosa fare nelle situazioni più comuni.

Innanzitutto, la raccomandazione più importante è di buttare via la paura e di non farsi prendere dal panico, perché è difficilissimo che un incidente come quelli che succedono ai bambini (botte, ferite, sangue dal naso) possano essere gravi. Comunque non bisogna sottovalutare la questione, perché la volta che non si dà la dovuta importanza potrebbe essere quella in cui poi il caso è più serio del solito (teorema della massima sfortuna).

Dopo non essersi fatti prendere dal panico, quindi, ci si avvicina al bambino infortunato (possibilmente la prima fase deve occupare pochi secondi, sennò hai voglia quelle seguenti...) e si valuta cos'ha: è importante in ogni caso rendersi conto delle funzioni vitali:

  1. Il battito cardiaco
  2. La respirazione
Logicamente se l'infortunato parla e si muove si nota subito che è tutto a posto oppure è un non-morto. Per il secondo caso rimando la discussione ad un'altra pagina, mentre per il primo caso possimo rallegrarci.

Se l'infortunato non si muove e non parla, allora è il momento di sfoggiare la nostra conoscenza in materia.

Per quanto riguarda il battito cardiaco, il controllo va fatto toccando i vari "polsi". Infatti non abbiamo solo un punto nel nostro corpo dove controllare se il cuore batte (e cioè se il sangue scorre nelle vene), ma ne abbiamo molti. Il nostro bravo infermiere ha consigliato il polso carotideo, che si trova all'altezza del pomo d'Adamo. Ha consigliato di andare a sentirlo con i polpastrelli dell'indice e del medio, evitando il pollice perché -ha detto-ci passa un'arteria e ci potremmo sbagliare.

Insomma, con due dita tocchiamo il pomo d'Adamo e scendiamo verso l'interno della gola sentendo se ci sono pulsazioni o no.

Poi la respirazione: se si possiedono gli occhiali basta avvicinare le lenti alla bocac o al naso dell'infortunato: se si appannano vuol dire che c'è aria che esce dalla bocca, se non si hanno gli occhiali basta avvicinare una guancia o una mano, e sentire se c'è aria che esce dalla boccao dal naso. Nel caso non respirasse è bene controllare se c'è qualcosa che soffoca l'infortunato prima di fare la fomosa respirazione bocca a bocca.

Siccome di solito l'infortunato respira e il cuore gli batte (e, aggiungo io, è cosciente) non c'è bisogno di andare oltre, ma se non dovesse verificarsi una delle due funzioni vitali bisognerebbe agire nel minor tempo possibile per rattivarle: il cervello è fatto da cellule (nervose) che se non hanno aria muoiono dopo pochi minuti, e non si riprendono più. Logicamente se il caso è così serio bisogna chiamare l'ambulanza prima possibile.

L'ambulanza

Non bisogna aver paura di chiamare l'ambulanza nei casi in che noi riteniamo seri, perché è meglio un inutile viaggio in più che un utile viaggio in meno. Ma è anche in questo caso importante lasciare il panico lontano: quando si chiama l'ambulanza è necessario seguire qualche semplice regola che facilita il lavoro a tutti:

Dire chiaramente il luogo: Città, Paese, Via, numero civico, riferimenti con negozi, semafori e località che possano aiutare ad individuare il posto esatto;

Specificare che cosa è successo e il numero di infortunati, con le relative condizioni: quanti feriti gravi, se le funzioni vitali ci sono o no, ecc...

Teniamoci bene in mente che una volta che è stata verificata la veridicità della chiamata l'ambulanza parte, anche se continuiamo a parlare con l'operatore al telefono.

Può capitare che, colpa del sole che scotta o di qualche cosa appena mangiata, o mille altri motivi, ci si senta male: giramenti di testa sempre più forti, malessere, e in un momento ci si ritrova a terra, anche se ci si riprende subito. Per uan persona che vede questa scena per la prima volta può essere molto difficile reagire: si pensa sempre al peggio, si va a sciaffeggiare e tenere in piedi la persona che si sente male cercando di non farla cadere.In realtà quando una persona cade per terra è perché il cervello ha bisogno di sangue. E' inutile e alle volte quasi dannoso volerlo tenere in piedi. E' molto meglio alle prime avvisaglie appoggiarlo sdraiato per terra con la testa leggermente sollevata e le gambe sollevate in modo che il sangue affluisca al cervello: in questo modo la persona che si era sentita male si colorirà di nuovo in viso. Com'è naturale cercherà prima possibile di rialzarsi, ma è importante che passi qualche minuto sdraiata e poi pian piano si rialzi gradualmente (prima seduto, poi in ginocchio, poi in piedi) per abituare il fisico. Non bisogna dare da bere a queste persone perché potrebbe essere rischioso, specie d'estate con bibite ghiacciate, e per quanto possibile bisogna farle stare lontane dal sole diretto.

Un caso tipico del Grest è il bambino con il sangue che scende dal naso. E' poco producente in questi casi mettersi con un fazzoletto sul naso a raccogliere il sangue. Ciò che si deve fare è di comprimere le narici in modo da far sì che il sangue coauguli e così cessi di uscire. Il fazzoletto freddo va bene solo se messo all'esterno del naso in modo da raffreddarlo (per aiutare la coaugulazione).

Altro caso sono le botte forti, con, nei casi più gravi, la frattura di qualche osso. In questi casi è importante immobilizzare l'arto e portare il "fratturato" al pronto soccorso. Anche se non dovessero esserci fratture è meglio non rischiare, e sebbene i raggi X non facciano tanto bene, una bella radiografia è sempre utile.

Infine i tagli: anche qui è meglio non rischiare: se si vede che il taglio è profondo ma l'infortunato muove lo stesso l'arto tagliato è sempre bene non fidarsi: i tendini sono formati da molte fibre e anche se ne rimanessero 2 o 3 l'arto si potrebbe muovere, ma al primo strattone salterebbero anche i rimanenti. In caso di taglio leggero (la stragrande maggioranza), è bene lavare il taglio con acqua e poi disinfettare, ma senza cotone. Al limite una garza sterile. Le fasciature vanno fatte da "valle a monte", cioè se devo fasciare un gomito parto dal polso e vado alla spalla e non il contrario, questo per far affluire il sangue in modo migliore.





E' logico che questo mio riassunto è molto indicativo, e serve più che altro a dare un'idea di quello che si dovrebbe fare. Se non ci si sente sicuri è sempre meglio lasciar stare che fare dei danni, e comunque non ci devono essere mai più di tre persone a prendersi cura di un infortunato, altrimenti invece di fare del bene si fa del male a causa della confusione.

Concludo il resoconto facendo due belle corna (corna et becorna) affinché tutto 'sto parlare di infortuni e di disgrazie non ci porti sfortuna, perché, sfruttando anche le corna che qui messo, fino ad ora infortuni seri al Grest non ne abbiamo avuti, e, ringraziando & pregando il Signore, speriamo di non averne mai. Se anche (CORNACCE!!!) dovessero succedere, comunque, noi avremmo sempre la nostra preparazione per fare la nostra figura. GAS (a cut above the rest) (boh....)

CIAU!!! Sasuke