- venerdi 29 gennaio 2021 -



Il 29 gennaio, il venerdì prima del giorno dedicato al santo dei giovani Don Bosco (31 gennaio), i gruppi GAS e ADS hanno rinnovato come ogni anno le proprie promesse nella chiesa di Cornedo. Alcuni animatori più grandi, ossia coloro che hanno percorso almeno 3 anni di cammino di GAS, hanno portato la loro esperienza davanti a tutti, soprattutto per dare un messaggio di speranza e di bellezza ai più giovani del gruppo, per spronarli a continuare il cammino meraviglioso che stanno intraprendendo.

Matilde B.         







la promessa degli Amici di Domenico Savio


la promessa...

... degli Allievi Animatori


la promessa degli Animatori Junior

la promessa degli Animatori


la promessa degli Educatori


Ancora una volta, come da tradizione,
ci ritroviamo insieme per ripetere a Dio,
fonte di ogni ispirazione,
le stesse parole che Beato Don Michele Rua
pronunciò sul letto di morte del santo dei giovani:
“Facci essere come lui”.

Ancora una volta, questa sera,
si ripete e si rinnova quel sogno,
del quale tutti sentiamo di essere parte:
anche noi invochiamo da Dio
la stessa abilità di don Bosco
di trasformare i lupi in agnelli!



dalla Veglia per le Promesse
 

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le promesse 2020/2021
>> amici di Domenico Savio
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>> allievi animatori
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>> animatori junior
Giulia Meneghello Justine Battilana Katia Asnicar Sara Del Dò
>> animatori
Andrea Filotto Diletta Santagiuliana Lorenzo Pellegrini Luca Pretto Matilde Barbieri Samuele Guiotto Sofia Ongaro
>> educatori
don Claudio Bassotto don Simone Bonello Anita Rossato Federico Montagna Raffaele Montagna Sara Savegnago Anna Darcoli Davide Righele Elias Tornicelli Francesca Pretto Sara Milan



























a mia esperienza all’ADS è iniziata un po’ per caso, non avendo mai partecipato al Grest non sapevo nulla di questi gruppi, degli animatori, degli aiutogiochi, e di tutto quello che c’è dopo. Dopo il catechismo mi era stato proposto di partecipare a qualche gruppo e io, da brava ragazza che voleva riempirsi di impegni fino al collo, ho deciso di iscrivermi all’ADS, gruppo nato quello stesso anno. All’inizio partecipavo al gruppo per divertimento, perché volevo incontrare i miei amici e volevo un svagarmi po’. Andando avanti con gli incontri, i vari temi trattati e tutti i giochi che abbiamo fatto, ho capito che c’era qualcosa di più profondo in questo gruppo: c’erano un’atmosfera di amicizia e famiglia fantastica e degli educatori che ci facevano divertire in ogni momento. Avevo ancora tante cose da scoprire, essendo piccola facevo fatica a comprendere quello che volevano dirmi i miei educatori, non riuscivo a comprendere la bellezza che stava sotto ai giochi che abbiamo fatto e penso che questa sia la cosa che più mi ha spinto a continuare questo gruppo, la curiosità di voler sapere di più e questa è una delle cose che spero voi abbiate, in tutto, perché è una cosa che vi servirà molto anche nella vita. Un altro elemento che ha ricoperto una funzione importante del mio voler continuare è stata la forte amicizia che si era creata in quel gruppo, soprattutto fra noi tre ragazze perché dovevamo farci forza per sopportare tutti i ragazzi che avevamo intorno. Queste amicizie mi hanno portata a conoscere persone che senza aver partecipato a quel gruppo probabilmente non avrei mai incontrato, persone che mi hanno cambiato la vita. Se potessi tornare indietro farei nuovamente la scelta di partecipare all’ADS, perché porta anche ad un rafforzamento del carattere, porta ad una crescita personale che serve a molti e spero veramente con tutto il cuore che voi possiate rivivere tutto quello che ho vissuto io durante gli incontri. Purtroppo in questo periodo è un po’ difficile tornare alla totale normalità, ma spererei che voi possiate vivere questa esperienza al meglio, con tutte le amicizie e tutte le emozioni che questo gruppo mi ha dato.


Justine Battilana





uonasera a tutti, mi chiamo Luca e frequento il gruppo del GAS da 3 anni ormai.Sono arrivato qui per caso: 3 anni e mezzo fa, a maggio circa, una mia cara amica, tornando da scuola in corriera, mi ha chiesto se mi andasse di venire a fare l’animatore al Grest. Io quell’estate non avevo nulla di meglio da fare quindi ho detto “perché no?”. Da quel giorno la mia vita è cambiata, ho scoperto un mondo totalmente nuovo del quale ho sentito subito di voler far parte ed ora eccomi qua, 3 anni dopo, a raccontare questa storia come se fosse successo ieri. Man mano che si viene agli incontri si inizia a capire come mai tutta questa gente ha voglia di incontrarsi ogni venerdì alla stessa ora. Penso che quando si comincia a far parte del triennio qualcosa dentro di te cambi radicalmente, al biennio sicuramente cominci a porti delle domande su te stesso, cominci a sentire questo senso di appartenenza a un gruppo in cui stai bene, ti diverti e conosci tante persone con cui stringi un bel legame; al triennio tutto questo si amplifica a dismisura, quelle domande che ti poni diventano sempre di più e quel senso di appartenenza a un gruppo diventa così forte che cominci a pensare di aver trovato una seconda famiglia, un posto in cui ci sono delle persone esattamente come te ma allo stesso tempo uniche e speciali, persone vere, con cui senti di poter essere te stesso senza paura di essere giudicato. Io credo che al triennio non ci si arrivi per caso, solo se si è veramente convinti del cammino che si sta facendo si ha il coraggio di spingersi fin qui, perché sì, ci vuole anche coraggio per arrivare al triennio, perché sicuramente è bello essere tutti assieme a percorrere questa strada, ma è da soli che si sceglie cosa fare della propria vita e scegliere, anzi, promettere, di impegnarsi ogni giorno ad essere animatore non è affatto facile. Probabilmente se si sceglie di fare questo è perché si comincia a sentire di voler ricambiare tutto il bene e tutta la felicità che ti hanno dato e non necessariamente con le persone che hanno fatto questo per te, ma con tutte le persone che ti stanno intorno, perché capisci che è quello che davvero ti rende felice. Questo gruppo mi ha dato veramente tanto, mi ha fatto conoscere persone stupende, persone che posso chiamare amici veri, mi ha fatto scoprire lati di me stesso che non conoscevo e mi ha fatto vivere momenti indimenticabili che porterò sempre con me. Questo, tutto questo secondo me vuol dire far davvero parte del Gruppo Animatori Salesiani, citando anche i The Sun voglio concludere dicendo che: “Tutta la mia vita è una folle storia” e una parte, una bellissima parte di questa mia folle storia, è il gruppo del GAS.


Luca Pretto





i è difficile scrivere e raccontare tutto ciò che di bello ho vissuto in questi ultimi anni della mia vita all'interno del gruppo. Un venerdì dell'ottobre 2017, così 'dal nulla', ha deciso di presentarsi in oratorio al primo incontro del GAS. L'unica cosa che ricordo di quella sera è che mi sentivo disorientata, smarrita. Mi ritrovo qui ora a raccontare il pezzo di cammino che ho percorso finora, e il come io sia ancora qui. Quando ne parlo dico sempre che questo mondo mi ha rivoluzionato la vita. Mi ha fatto capire qual è quella sostanza per cui vale davvero la pena di lottare nella vita; ed è l'amore. Amare il prossimo è la gioia più pura che ci sia. Ho deciso di impegnarmi che avrei vissuto ogni giorno della mia vita donandomi al prossimo, come Lui ci ha insegnato. Il 28 dicembre 2018 l'ho promesso; il 31 gennaio 2020 ho promesso che avrei sempre camminato al Suo fianco e che mi sarei data da fare per diventare una buona cristiana...e oggi, 29 gennaio 2021, sono qui perché voglio promettere che porterò tutto ciò che Lui mi insegna quotidianamente. Quest'anno sono entrata nel triennio. È stato un gradino non semplice per me. Oggi, però, mi sento felice. Felice perché ogni volta che entro nella stanza dell'oratorio per fare attività, mi sento cresciuta rispetto alla prima volta in cui ci entrai cinque mesi fa. E lo stesso succede ogni volta che esco. Cosa c’è di più bello nella vita se non donare al prossimo quell’amore che ci portiamo dentro? Nulla penso. Grazie alle attività che mi hanno concesso di fermarmi, respirare, riflettere e guardarmi dentro, cosa che quotidianamente mi risulta difficile, ho appreso che, che io sia ricca o povera, posso sempre fare un regalo prezioso alle persone. Questo regalo è donare del mio tempo a chi amo, a chiunque io incontri per strada. Una volta donato, il tempo non può tornare indietro. Io non posso riaverlo; e forse è proprio questo che lo rende prezioso. Io personalmente ho sentito molto il passaggio da biennio a triennio, che sia dovuto al fatto che quest’anno purtroppo è saltato il campo estivo e invernale, che sia perché io forse non ero del tutto pronta, o perché io non sapevo cosa aspettarmi; è stato per me questo un cambiamento forte. In un cammino, per farlo diventare tale, bisogna continuare a camminare. Io in questo nuovo inizio ho capito che non voglio fermarmi abbagliata dalla luce che sono. Voglio vivere la mia vita in una posizione consapevole che sono per gli altri, cosciente che sono in grado di illuminare la vita delle persone. Noi cristiani dobbiamo essere una presenza nella vita del prossimo che non si vede, ma la cui assenza si sente, eccome se lo si sente. Sono sempre più convinta che il vero potere è il servizio. Dobbiamo custodire la gente, avere cura di ogni persona. Con amore. Ho iniziato questo cammino di vita così, per provare una nuova esperienza; ho continuato a camminare per piacere, ed ora scelgo di continuare per servire! Ad avermi conquistata è questo stare assieme, è stata la bellezza dell’ambiente salesiano. E in questo ambiente, mi sono sentita presa per mano da Don Bosco che mi ha poi condotta a Gesù: il regalo più bello e più prezioso che mi potesse fare.


Sara Del Dò





na volta quando mi chiedevano come mai ho scelto di fare l’educatrice, dicevo: per caso. Certo, c’è sempre stato un grande amore per questo gruppo nel mio cuore.. ma effettivamente molto spesso pensavo: è stato un caso che io mi trovassi ad una riunione organizzativa, un caso che il mio anno in Belgio finisse proprio il primo giorno di GREST, quel GREST in cui non c’era nessuno ad aiutare Anita, è stato un caso (e che caso) che io rimessi bloccata qui dal virus proprio il weekend in cui ero tornata a casa dalla Lombardia... Insomma, caso caso caso. Ma forse molti di voi si saranno accorti che ora di caso parlo veramente poco, perché ci credo poco.
Chi di voi è qui da po’ sa benissimo quante volte ho detto “addio” al gruppo. Mi trasferisco in America, addio. Mi trasferisco in Belgio, addio. Mi ritrasferisco in America, di nuovo addio. Ed ogni volta sempre più difficile, quante lacrime! Questo perché ogni volta sempre di più sapevo quello che stavo lasciando. La mia casa. Il mio posto nel mondo. Voi.
Me ne sono andata un sacco di volte, eppure.. sono qui. E questo mi ha fatto pensare moltissimo nel tempo. Allora mi sono domandata: com’è che più mi allontano da qui, più ci torno più forte di prima? Ogni volta che mi porgevo questa domanda, era sempre una la parola che mi veniva subito in mente. E non è “caso”. Alcuni di voi saranno anche stanchi di sentirla sempre nominare da noi, ma soprattutto da Anita che durante il GREST continua ad azzeccare le previsioni del tempo. Lo sappiamo tutti che le uniche previsioni meteo che contano sono quelle dell’Anita. “Provvidenza” dice sempre lei. Anche io mi sono sempre chiesta come facesse ad azzeccare sempre.. poi guardando alla mia vita ho cominciato a cercare i vari segnali e mi sono chiesta: “Che sia stata lei tutto questo tempo? La provvidenza?”. Io cercavo sempre di trovare il mio posto del mondo spostandomi al suo interno, ma sembra che qualcuno lassù avesse dei progetti diversi per me e non ha mai perso occasione per ricordarmelo.
Quella vocina che, dopo essere atterrata la mattina da Bruxelles, lo stesso pomeriggio mi dice “bah, casomai andiamo a “salutare” i ragazzi del grest”, che poi lo sapevamo tutti che mi bastava un “Sara! Quest’anno la maglietta è arancione!” per conquistarmi.
Ogni volta al mio ritorno ci sono sempre stati volti nuovi ad accogliermi e a mostrarmi la loro bellezza. Sono sempre state le vostre luci, quelle di ognuno di voi, ad illuminare il mio cammino e a riportarmi a casa.
Mia mamma mi ha sempre detto che con l’arrivo di ogni figlio l’amore non si divide, ma si moltiplica e io ho sempre cercato di crederle perché ero l’ultima figlia... ma mica ci credevo tanto. Ho pensato tante volte ad ogni mio ritorno di non poter amare i nuovi ragazzi tanto quanto amo tutti voi, eppure all’arrivo di ogni nuovo ragazzo il cuore si allarga. Non solo mi avete rubato il cuore, ma me l’avete anche riempito. Di luce, di amore e di gioia immensa.
Pensavo che il mio cammino da educatrice fosse arrivato per caso, poi mi sono resa conto che si trattava della provvidenza, del progetto di Dio per me.. ma oggi sono io a SCEGLIERE di ascoltare quella voce e di portarla avanti. Tante volte vi ritrovate a ringraziare gli educatori, ma questa sera sono io a dirvi grazie perché voi siete la nostra luce e la nostra speranza.


Sara Savegnago





i avete rubato il cuore - questa frase l’ho sentita davvero tante volte ma non ne ho mai compreso a pieno il significato fino a quando non ho deciso di essere educatrice. L’inizio non è stato facile, mi sono sentita molte volte spaesata, con la paura di sbagliare qualcosa, di non dire la cosa giusta o di non essere all’altezza. Poi pian pianino mi sono affidata e mi sono fatta guidare da chi ne sa gran lunga più di me e ho imparato a dare ascolto anche al mio cuore. E sapete cosa ho sentito? Una bella sensazione, ovvero la gioia! E non sto parlando di una cosa leggera o passeggera, ma di un’emozione grandissima che mi riempie davvero nel profondo e che mi fa sentire completa, raggiante e felice. Stare con voi, giocare, ascoltarvi e anche solo guardarvi mi fa sorridere, mi fa percepire quanto bene vi voglio e mi fa capire che sono al posto giusto, al mio posto. Per spiegarmi meglio vi confido che penso a voi almeno una volta al giorno e mi chiedo cosa posso fare oggi per essere una brava educatrice, essere un punto di riferimento sempre presente ma spesso silenzioso, come posso fare per farvi percepire la stima che ho nei vostri confronti.
Credo fosse questo che intendesse don Bosco con la frase “mi avete rubato il cuore”, quindi non posso dirvi nient’altro se non… GRAZIE!


Sara Milan





a mia esperienza è iniziata fortunatamente il primo anno che venne creato il gruppo ADS, era tutto nuovo e nessuno si aspettava di entrare in una famiglia così grande e speciale. È iniziato tutto come un gioco, andavo agli incontri solo per incontrare i miei amici e divertirmi, poi, crescendo ho capito che era più di un semplice gioco. Ci sono attività che ti rimangono dentro, fisse nel cuore e fidatevi se vi dico che questo gruppo è l’esperienza più bella che io abbia mai fatto.
Inizialmente non mi rendevo conto di ciò che si stava creando tra me e questo gruppo, fino al momento in cui me lo hanno fatto notare grazie alle varie attività. Ho conosciuto persone fantastiche che mi hanno dato il cuore pur di vedermi sorridere, e non sto scherzando… Col tempo capirete l’importanza di tutto questo, dei campi, delle promesse, delle attività, di tutto…
Se ripenso a quando facevo parte dell’ADS mi viene la pelle d’oca al solo pensiero che mi ha cambiato la vita. Quando ho iniziato ero in terza media e non conoscevo ne ancora questo gruppo, essendo che era tutto nuovo e anche perché fin da piccola non ho mai fatto il Grest. Inizialmente ero un po' titubante poiché ero in un gruppo molto…. chiamiamolo particolare. Mi sono trovata in una situazione in cui era importante fare amicizia, anche per il fatto che essendo state in 3 femmine ci dovevamo sostenere a vicenda.
Non è stato semplice integrarmi all’inizio per colpa del mio carattere, ma grazie alle attività e ai giochi che abbiamo fatto insieme agli educatori siamo riusciti a creare un gruppo bellissimo e pieno di emozioni che spero anche voi riusciate a viverlo al meglio.
Adesso, ripensando a ciò che ho vissuto insieme all’ ADS e al GAS sono felice della strada che ho scelto di percorrere e rifarei tutto da capo senza pensarci 2 volte perché mi hanno aiutato a crescere molto e anche se può sembrare sciocco col tempo capirete nella vostra pelle il vero significato della parola gruppo.


Katia Asnicar





iao sono Lorenzo, Mi hanno chiesto di presentare il mio cammino all’interno del gas di cui ormai ne faccio parte da 4 anni.
Il mio cammino è iniziato senza aver aspettative e devo dire che è stato ripagato alla grande. Mi ha trascinato una persona a me cara e abbiamo condiviso questo cammino insieme. È stato un cammino tortuoso come un sentiero di una montagna ed è giusto che sia così perché bisogna sempre faticare per arrivare alla felicità. Ci sono state tante belle attività e anche tante belle esperienze come i campi che ti arricchiscono e ti fanno crescere sia all’interno del gruppo sia all’esterno nel quotidiano.Io invito chiunque ad almeno a provare a venire ad un incontro perché c’è un clima di famiglia che non si respira da nessun’altra parte!


Lorenzo Pellegrini





uando mi è stato proposto di fare questa testimonianza parlando della mia esperienza del biennio ho subito accettato, non avevo dubbi su quello che avrei voluto dire.
Questo cammino è iniziato totalmente a caso. Sono arrivata al mio primo campo, quando ero ancora un aiutogiochi, solamente perché ero stata obbligata da una delle animatrici, ma non mi sono mai pentita della scelta che ho preso quella volta. A quel campo ho trovato una seconda casa, una seconda famiglia. Per 5 giorni mi sono completamente dimenticata di quello che avevo a Cornedo e mi sono concentrata sulle nuove amicizie, sui giochi e sulle attività proposte. Ho iniziato a capire che questa poteva essere la strada giusta, che in questo posto avrei potuto trovare la felicità. La conferma è arrivata a ottobre, quando è iniziato il GAS e io ritrovato degli amici e delle nuove persone da conoscere. Credo che la mia fortuna in quel periodo, oltre al gruppo in sé, fosse stato il fatto di aver trovato degli educatori fantastici che ci hanno proposto attività intense e spunti di riflessione molto importanti per me. Probabilmente è principalmente grazie a loro se oggi sono quella che sono, grazie a loro ho capito l’importanza del servizio, la bellezza del servizio, e quanto possa essere meraviglioso rendere felice qualcun altro attraverso un piccolo gesto, o meglio, quello che potrebbe sembrare un piccolo gesto, ma che quando viene fatto si rivela essere fondamentale per una determinata persona. La bellezza di questo gruppo è che ti regala emozioni che non si possono trovare da nessun’ altra parte, è inspiegabile il bene che si prova grazie a certe esperienze, come è inspiegabile quella cosa che si prova a vedere una persona sorridere per una cosa che hai fatto tu.
Varie volte ho pensato di mollare, spesso non sono riuscita a trovare un senso in quello che stavo facendo, non sentivo né provavo niente, ero totalmente indifferente, e ancora adesso mi capita ogni tanto, ma come mi è stato spesso detto, tutto questo fa parte di un cammino, che è ricco di salite e di discese, l’importante è riuscire ad affrontarle senza mollare. Io la forza di continuare la trovo negli altri, al biennio la trovavo negli amici al gas, nei giochi, nelle attività divertenti, ora che sono al triennio trovo questa forza nel bene che faccio agli altri, e che in un modo o nell’altro mi viene sempre restituito. C’è una frase di don Bosco che dice “si inizia per piacere e si rimane per servire”, e io ammetto che la prima volta che l’ho sentita non ne ho capito completamente il significato, solo quando sono cresciuta l’ho capito. Come tutti sono arrivata all’inizio col pensiero di trovare un passatempo, dei giochi e degli amici, ma passando al triennio ho realizzato che oltre a questo c’è altro: c’è l’amore verso gli altri, il bene fatto per gli altri, c’è la disponibilità all’ascolto.
Col tempo ho imparato a capire che non sempre va tutto bene, che spesso non siamo noi a scegliere quello che deve o non deve succedere, ma che c’è qualcuno che ha un piano per noi, un progetto, e noi non dobbiamo fare altro che seguirlo, anche se a prima vista non ci va bene. Vorrei collegarmi ad un pezzo della canzone giullare dei campi, dove dice “ti chiama Don Bosco”, che mi ha fatto riflettere. Col tempo infatti ho capito anche che io ho scelto di prendere questa strada, ma non è stata completamente una mia scelta, sento che qualcuno ha deciso che questa dovesse essere la mia vita, e così ha fatto capitare questo gruppo nella mia vita, mi ha fatto fare certe esperienze e provare certe emozioni. Un consiglio che mi sentirei di dare a tutti quelli che sono qui sta sera è quello di fidarsi e di affidarsi, nessuno sa cosa ci aspetta, e forse è anche questo il bello: pensare che c’è qualcuno che ci vuole bene, che per noi ha un progetto di felicità, e che ci sarà vicino per sempre, anche se a volte noi non ce ne rendiamo conto.


Sofia Ongaro








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