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al fresco con stile
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uando vedo i giovani tutti occupati nel gioco son sicuro che il demonio ha un gran bel da
fare, ma non riesce a nulla” (don Bosco).
Indelebile è il ricordo delle giornate che abbiamo
trascorso a Torino, proprio dove Giovannino ha saputo sognare e diventare don Bosco.
Siamo partiti il 26 dicembre su una corriera doppia che ha custodito per cinque giorni i
nostri pensieri, le confidenze e le risate che ci hanno accompagnato da un posto all’altro,
alla scoperta di dove tutto è cominciato. Con occhi pieni di meraviglia abbiamo assaporato
l’anima salesiana di Torino, senza dimenticare le bellezze che la città porta con sé. Adesso
possiamo dirlo: abbiamo davvero incontrato don Bosco!
Queste le testimonianze di alcuni ragazzi che hanno vissuto in prima persona il campo:
“A me sono rimasti impressi tutti i luoghi che abbiamo visitato perché erano veramente
fantastici e grazie a questi ho anche potuto scoprire di più sulla vita di don Bosco”.
“Anche a me sono rimasti impressi i luoghi, in particolare la chiesa dove don Bosco ha
avuto la prova che Domenico Savio sarebbe diventato un santo”.
“A me è rimasta impressa la giornata di Domenico Savio, che nonostante fosse piena di
lavori, trovava il tempo e la voglia di studiare la sera”.
“A me sono piaciuti molto i momenti serali dove ci si raggruppava tutti insieme e dove
qualcuno raccontava la buona notte così come faceva don Bosco”.
“A me del campo è piaciuta molto la giornata che abbiamo passato a Chieri, dove abbiamo
avuto l’occasione di vedere con i nostri occhi parte dell’adolescenza di don Bosco e
vedere quante cose ha dovuto superare e, quindi, di quanto sia una persona coraggiosa e
dentro di sé porti tanta passione; quello che più mi ha colpita di don Bosco è stato il non
mollare mai nonostante tutti i problemi e le difficoltà che gli si sono trovate davanti”.
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:: Anna D. |
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gli educatori con don Bosco
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fuori dalla casa Zatti
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serata in allegria
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il video del campo
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