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campo estivo
23/27 agosto 2010
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un paesaggio quasi surreale ci ha accompagnato fino al passo Maniva e ancor pių sų; non sempre le passeggiate riservano uno spettacolo naturale cosė bello. Se poi anche la compagnėa č quella giusta, non si vede l'ora di partire per la prossima scampagnata!


 

ricordo con mucca
vvenne che una sera mi intrufolai nella cucina del rifugio, per scoprire, com' era mia consuetudine, cosa ci fosse stato per pranzo l'indomani: <<Panini?!>>. I panini potevano indicare soltanto una cosa: si sarebbe mangiato fuori casa. E come ci fu detto, il giorno dopo, fatte colazione e preghiera, eravamo tutti gių in cortile, pronti a partire, zaini in spalla, cappellini in testa e tanta voglia di camminare (ma anche no...); per fortuna che era un bella giornata!
La partenza fu in salita, per una strada stretta stretta immersa nella vegetazione fitta di un bosco di montagna; l' intero gruppo era allegro, evidentemente ignorava l' immane faticaccia che lo aspettava, davanti c' erano i pių intraprendenti dal passo lungo metre in coda stava un gruppetto chiacchereccio accompagnato da Anita e il piccolo Giovanni. Tornante dopo tornante, gli alberi si fecero pių radi, fino a poi sparire completamente, per lasciare il posto a immensi prati verdi disseminati di arbusti e cespugli (e mucche); i piloni della seggiovia ci accompagnarono per un bel tratto di strada.



tra le nuvole
Pensando che il cammino fosse finito, sbucammo in un immenso parcheggio circondato da graziosi alberghi stile baita e facemmo una capatina al bar (ma il portafogli ci consigliō bene di scappare, visto che un trancio di pizza margherita costava 4€), per poi apprendere dal buon Andrea che il nostro viaggio era arrivato appena a metā. Dunque riprendemmo, stavolta percorrendo una strada leggermente pių interessante della prima: da una parte c' erano lo strapiombo e un paesaggio mozzafiato (tipo Heidi) e dall' altra una parete di roccia perfettamente verticale che incombeva paurosamene sulle nostre teste; non faceva paura, era semplicemente impressionante.
Dopo aver costeggiato in questo modo un paio di montagne, siamo entrati in un sentiero alquanto inquietante... Si sentivano i rintocchi di una campana in lontananza e sebbene fossimo ancora in fila indiana pareva di essere soli, in un posto tanto brullo e desolato. E poi entrammo nel nulla.



tra i sentieri
Eravamo sulla sommitā di una montagna completamente immersa in una nuvola, il sole era oscurato, tanto che sembrava una di quelle giornate d' inverno in cui si ha l' impressione che il cielo pesi direttamente sulle spalle. Sembrava veramente che la montagna fosse sospesa nel vuoto! Nonostante il paesaggio cupo, ci siamo ugualmente divertiti, abbiamo riempito la pancia e ci siamo ritiati nel piccolo rifugio in legno a giocare a carte. Alle fine raccogliemmo gli zaini e cominciammo a scendere. Uscimmo dalla nuvola e fummo accolti dal sole splendente del meriggio; era bello ritornare nel mondo "normale", ma a ognuno di noi dispiaceva un po' lasciarsi alle spalle quel luogo misterioso pieni di fascino. Il ritorno fu un'altra storia. Sarā stata la stanchezza, o l'aria di montagna oppure l'idea della cena che ci apettava, percorremmo tutta la strada raccontandoci assurdi indovinelli, cantando canzoni dei cartoni animati e scoppiando a ridere per un nonnulla; arrivammo nel tardo pomeriggio a Casa Maniva, stanchi ma incredibilmente felici.
Che dire, giocare ai videogiochi č divertente, ma scommetto che niente supera una passeggiata in stile GAS.


incima alla vetta
foto-album Bagolino 2010
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:: Sara Z.
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