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2-4 gennaio 2009
150° anniversario della famiglia salesiana
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un'esperienza di gruppo che diventa un'esperienza di famiglia e di fede. questa è stata l'avventura che per tre giorni abbiamo vissuto, e che ci ha regalato una carica indescrivibile. tornare ai luoghi d'origine aiuta a tornare agli ideali d'origine, a rinfrescare quelli che devono essere i nostri obiettivi, a rinforzare la nostra voglia di camminare.


 

la scrivania usata da don Bosco per i suoi scritti
ornedo, venerdì 2 gennaio, ore 7.00. Pian piano la comitiva di pellegrini, forti nel carisma salesiano, si avvia dalla piazza per recarsi nei luoghi di don Bosco, per festeggiare i 150 anni dalla nascita della famiglia salesiana. Una grande famiglia con un grande carisma. Eravamo in 26, di tutte le età: ragazzi, giovani, adulti e meno giovani di età ma giovani di spirito! Educatori e non, ma ci accumunava l'amore per il grande santo dei giovani e la curiosità.
Dopo la classica sistemazione in albergo, ecco che il pellegrinaggio entra nel vivo: zona Valdocco e Basilica di Maria Ausiliatrice. A Valdocco sono ancora conservate le "proprietà" di don Bosco, ovvero la veste talare, i paramenti, la scrivania e il letto dove morì il 31 gennaio 1888 assistito da don Rua e dal Vescovo Cagliero, come ci ha ben spiegato un sacerdote salesiano. Inoltre ci sono la chiesa di San Francesco di Sales, patrono dei salesiani, e la Cappella Pinardi, la prima "cappella-oratorio" di don Bosco, la Basilica di Maria Ausiliatrice eretta da don Bosco davanti alla tettoia Pinardi. Nella chiesa, oltre alla grande tela raffigurante proprio Maria con il titolo di Aiuto dei Cristiani, fatta fare su indicazione del Santo, sono conservate le spoglie mortali di Madre Mazzarello fondatrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e del nostro amato e venerato San Giovanni Bosco. Alla vista del suo corpo più di qualche nostro cornedese ha fatto uscire qualche lacrima per la commozione. Nel santuario abbiamo anche celebrato la santa Messa e come si suol dire, dalla mistica alla mastica, l'attesa cena e... "Torino by night", visita notturna della città.


all'ingresso del sermig
La mattina seguente ci attendeva un'esperienza forte: l'Arsenale della Pace, il vecchio arsenale di guerra dei Savoia, dal quale il genio e la generosità di Ernesto Olivero ha fatto sorgere la fraternità del SerMiG: Servizio Missionario Giovani. Tanti giovani, con voto di castità e povertà, operano per aiutare i più poveri della città e delle missioni, creando, con ciò che poteva uccidere, degli oggetti di vita (il tabernacolo della chiesa era un forno per le armi). Ogni anno migliaia di giovani da tutto il mondo prestano lì qualche giorno di servizio volontario in aiuto alla comunità.
Giornata conclusa con una fantastica serata di animazione curata dal GAS, che ha visto vari "scontri" specialmente tra il cappellano e l'organista.


la spettacolare vista del colle imbiancato
La mattina successiva, dopo aver adeguatamente mangiato e caricato le valigie, ci siamo diretti verso Colle don Bosco per la visita ai luoghi dell'infanzia di don Bosco. Appena scesi dalla corriera (erano le 9.26) le campane ci annunciavano l'imminente messa delle 9.30, quindi di corsa in chiesa. Dopo la messa c'è stata la promessa che gli educatori e gli animatori del GAS hanno compiuto verso il Signore e verso don Bosco, per vivere l'esperienza di gruppo nello spirito salesiano. Splendida la contrada dei Becchi tutta sotto la neve, dove Giovannino Bosco nacque il 16 agosto 1815 da mamma Margherita Occhiena e da papà Francesco Bosco. Abbiamo visitato la casa di Giovannino e il museo dell'arte contadina realizzato nella casa di Antonio, fratello di don Bosco. Dopo l'immancabile foto-ricordo davanti alla casetta di Giovannino ci siamo avviati verso la corriera e mentre salivamo le campane ci hanno annunciato il mezzogiorno con una distesa allegra, dicendoci: "Ritornate presto, vi aspettiamo!".

Quando si compie un viaggio-pellegrinaggio, per quanto si rimanga affascinati dai luoghi che si visitano, tutto sarebbe vano se il primo ad essere affascinato ed edificato non fosse il cuore. Visitando i luoghi di don Bosco, ciò che deve restare nella mente e nell'anima è senza dubbio il suo spessore carismatico: "dammi le anime, Signore, tieniti tutto il resto", "ai giovani le cose vanno ripetute cento volte, e non basta ancora", "basta che siate giovani perché io vi ami assai",... e quante potremmo citarne!
Impariamo da don Bosco ad andare all'essenziale: amare!


davanti la casa natale di don Bosco

:: Giulio Z. & don Silvano
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